LANDLORD, Intervista di Gianni Costanzo

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view post Posted on 30/9/2016, 07:13     +1   -1




I testi profondi ed introspettivi evocano atmosfere sognanti ed emotive, che si riflettono nelle melodie eteree e raffinate composte da suoni eleganti e ricercati. Tutto ciò sono i Landlord, band riminese composta da Francesca, Luca, Lorenzo e Gianluca.
Ma conosciamoli meglio...


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Innanzitutto, grazie per aver accettato di sottoporvi a questa intervista.

E' da poco uscito il vostro ultimo singolo, “Farewell”, che anticipa il secondo Ep “Beside”, il quale sarà pubblicato il 30 settembre. Com'è nato questo pezzo e come mai l'avete scelto come singolo di presentazione del vostro nuovo lavoro?

In Beside cinque brani su sei sono nati a partire dalla musica. Nel caso di Farewell è successo che abbiamo campionato il frammento di una linea vocale che avevamo in cantiere, l’abbiamo messa in loop e prova dopo prova abbiamo ricongiunto i “pezzi” fino ad avere una versione definitiva. Il testo è venuto di conseguenza, ascoltando quello che la musica ci suggeriva. Eravamo indecisi sulla scelta del singolo e, come era accaduto per il singolo precedente, anche questa volta abbiamo ascoltato un suggerimento esterno a noi quattro. L’idea di puntare su “Farewell” come singolo ci è piaciuta: ci è sembrato un modo per sottolineare ciò che separa e al tempo stesso tiene unito per un ultimo saluto questo nuovo album dalla sua prima parte, Aside.


In “Beside” l'ascoltatore noterà un approccio mirato maggiormente verso un sound elettronico ed innovativo, cosa che rivediamo principalmente nel brano “New Year's Eve”. E' del tutto casuale il titolo “Vigilia di un anno nuovo” in questo brano dove sperimentate un genere che era ancora inedito per voi?

Si, è stata una coincidenza del tutto casuale. Ma per noi, una bella coincidenza. Questo è l’unico brano di Beside in cui il procedimento di scrittura è venuto prima dal testo che dalla musica. E il testo è stato scritto proprio qualche giorno prima della notte di Capodanno. Un periodo nel quale ci si ferma a riflettere su cosa si è fatto fino a quel momento: quali sono stati gli errori e quali invece le esperienze più positive. Le esperienze vissute con giorni di anticipo e tutte quelle inaspettate. Quali sono stati gli obiettivi raggiunti e quali e quanti ancora quelli da rincorrere. “New Year’s Eve” è la vigilia di un nuovo anno: un groviglio di ricordi e aspettative a cui, spontaneamente, è corrisposto un approccio compositivo e di produzione completamente nuovo per noi…forse il preludio di quello sarà un prossimo album.


Invece nel brano “Bubbles” viene evidenziata la vostra identità artistica. Credete che è l'equilibrio tra i vari strumenti presenti nel brano che aiuta a rendere il pezzo così emotivo e sognante?

Stiamo ricevendo già qualche feedback su Beside e devo dire che Bubbles è una delle tracce più apprezzate. Forse è proprio per il motivo a cui tu accennavi. E se è così, questa è una motivazione che ci fa molto piacere. Noi crediamo che in questa traccia chi ci ascolta possa riconoscere i nostri elementi distintivi: l’incastro timbrico delle voce maschile con quella femminile, l’elettronica unita ad un tappeto sinfonico creato da archi e fiati… Bubbles sì, un brano emotivo e sognante. Credo lo sia per via della dinamica, che cresce e torna indietro e torna a crescere sul finale ma in questo percorso non fa sentire mai dei vuoti, come se galleggiasse, come una bolla. Credo sia proprio per questa assenza di vuoto, oltre che l’equilibrio tra i vari strumenti, che susciti questo tipo di sensazione.


Diversamente dalle altre tracce, nella suggestiva “Ghost Song” viene messa in primo piano la parte strumentale. Tra i musicisti che ascoltate, c'è qualcuno che vi ha in parte ispirato in questo brano dove emerge tutta la vostra sensibilità e raffinatezza compositiva?

Ammettiamo che ci piace particolarmente lavorare sull’arrangiamento, sulla sperimentazione e sul trovare soluzioni differenti per i nostri brani; ed è proprio così che abbiamo voluto fare in Ghost Song dove si è infine deciso di far diventare la voce stessa uno strumento in grado di arricchire la traccia. Non riusciamo però a dire un nome in particolare che ci ha ispirato nella stesura di questo brano, perché in realtà quello a cui facciamo riferimento è un mondo musicale vario, fatto di contaminazioni. Ascoltiamo tanto e sopratutto gruppi tra loro differenti, ma quello a cui cerchiamo di tendere è una nostra sensibilità e percezione della globalità.


In generale, il rapporto con la vostra terra d'origine influenza la vostra produzione artistica?

Apparentemente la città di Rimini sembrerebbe essere la cosa più distante di questo mondo dalla nostra musica, ma in realtà non è così. A chi ce lo chiede, diciamo sempre che la nostra terra d’origine ha una doppia faccia, quella estiva, festaiola e divertente che tutti conoscono, caratterizzata da locali, spiagge e discoteche, e quella invece invernale, malinconica e più cupa. Noi riminesi viviamo la nostra città, nel vero senso della parola, nel periodo invernale, quando i turisti non ci sono, gli alberghi sono chiusi e le spiagge deserte e sicuramente questo mondo più triste e pensieroso ci ha, col passare degli anni, influenzato e così di conseguenza ha influenzato la nostra musica.


Nei mesi precedenti avete suonato moltissimo in tutta Italia. Ma l'Aside Tour ha avuto anche una tappa estera, meta importante per una band come la vostra che punta maggiormente ad un pubblico internazionale. Che esperienza è stata esibirsi al Sziget Festival di Budapest?

Eh…è stato incredibile! Era la prima volta per tutti e quattro allo Sziget e trovarsi nel festival più grande in Europa non solo come spettatori ma come musicisti che portano su uno di quei palchi la propria musica è stato un battesimo memorabile. Tra il pubblico c’erano persone provenienti da tantissime parti del mondo, unite da quello che stavamo suonando e dicendo. Come sai scriviamo in inglese e ci ispiriamo molto a quello che proviene dall’estero, soprattutto dal Nord Europa. Trovarsi li, esprimersi in inglese, lingua che in quel momento univa tutti, è stato un passo di cui sentivamo la necessità di compiere. E speriamo sia solo l’inizio!


Avete avuto anche l'opportunità di aprire il concerto dei Daughter, una delle band che vi ha influenzato musicalmente. Siete riusciti a scambiarci quattro chiacchiere? E quale altro concerto di una band famosa vi piacerebbe aprire?

Si, per dirla con una loro frase “We have been the lucky ones”! La prima volta che vedemmo i Daughter dal vivo era novembre del 2013. A Bologna e ricordiamo bene quel concerto, come ricordi bene tutte quei concerti che ti lasciano l’emozione addosso per giorni, forse perfino per anni.
Questo glielo abbiamo detto quando ci siamo scambiati quattro chiacchiere nel backstage. Dovevamo dirglielo. Ed è stato bello sapere che anche loro, tra mille e più date, quella ancora se la ricordavano; si ricordavano il teatro, e quei due ragazzi che si sono alzati a un certo punto, e con quel gesto hanno trascinato tutti sotto il palco, dove si sta stretti. In quel momento stavano suonando Youth e forse anche per questo siamo così legati a questo brano, tanto da sentirlo un po’ nostro, tanto da suonarlo anche nei nostri live. E quel primo settembre essere dalla loro parte del palco, condividere quella serata, quel pubblico, quel loro concerto per noi è stata la realizzazione di un vero e proprio sogno. Che altro concerto ci piacerebbe aprire? I Bon Iver. Intanto ce li andiamo a sentire live poi si vedrà…


Lo scorso anno avete avuto una grande visibilità televisiva grazie al talent show “X Factor”.
Molti ragazzi, che hanno partecipato ai vari talent nel corso degli anni, non sono riusciti a reggere la pressione dopo essere usciti da questa esperienza tv. Al momento della vostra partecipazione avevate già concluso il vostro primo Ep “Aside”. Pensate che sia importante entrare in un talent con un progetto concreto, in modo che si possano evitare momenti di confusione riguardo la propria identità musicale?


Sicuramente esperienze di quella portata hanno anche la forza di poterti far vacillare, a volte in senso positivo e a volte in senso negativo. Anche se alla fine dei conti, dipende tutto da che cosa si vuole, su cosa si è deciso di puntare e dobbiamo dire di essere stati sempre molto fermi e decisi riguardo a questa problematica. Avevamo lavorato tre anni per portare alla luce Aside, perciò avevamo avuto occasione di definire in tutti i sensi la nostra identità e questo ci è servito molto durante la partecipazione al talent, dove tra l’altro si è portati ad eseguire cover, cosa che già di per se può risultare scomoda. E’ bene sicuramente avvalersi dei mille consigli che arrivano dai tantissimi professionisti coi quali si lavora, è bene rubare e imparare il più possibile, ma sempre nella coerenza della propria visione.


Quali sono i vostri progetti futuri?

Il 30 Settembre uscirà Beside, il nostro nuovo album. E con questo nuovo lavoro è iniziata la seconda parte del nostro viaggio che si chiama “Be A Side Tour”. Con questo titolo uscirà anche un vinile che raccoglie lato per lato i due Ep. Aside sul lato A, Beside sul lato B, e un titolo che chiude il cerchio. Perché le persone che ci ascoltano, che tappa dopo tappa ci seguono e ci supportano diventano effettivamente una parte fondamentale della nostra musica e di quello che facciamo. Così i progetti futuri sono questi: suonare live, far conoscere questi due album e nel frattempo continuare a scrivere… non fermarsi!


Questo è un giochino che proponiamo ai nostri intervistati, se vogliono. Vi va di farlo per farvi conoscere meglio dai nostri utenti attraverso la musica?

- La vostra canzone preferita: The Wolves - Bon Iver;
- Una canzone che vi rende allegri: Come Fly Away - Maverick Sabre || Home - Edward Sharpe;
- Una canzone che vi commuove: Diana - Paolo Nutini;
- Una canzone che vi fa ballare: Dog Days Are Over - Florence and the Machine;
- Una canzone che vi aiuta a dormire: O - Coldplay;
- Una canzone che vi ricorda un posto: We don’t eat - James Vincent Mcmorrow;
- Una canzone che vi descrive: Youth - Daughter;
- Una canzone dal vostro album preferito: Perth - Bon Iver;
- Una canzone della vostra infanzia: Caruso - Lucio Dalla.


Grazie per la vostra disponibilità, e in bocca al lupo per tutti i vostri progetti.

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